L’IRA uccide il cugino della Regina D’Inghilterra

Il 27 agosto 1979 l'Ira uccide Lord Louis Mountbatten, cugino della regina d'Inghilterra e ultimo Vicerè dell'Impero Britannico in India.
Mountbatten, nonostante gli allarmi della polizia irlandese, aveva deciso di passare come ogni anno le vacanze nella sua residenza estiva di Mullaghmore, nella contea di Sligo, sulla costa nord-occidentale dell'Irlanda, luogo frequentato da militanti dell'Ira. Conoscendo le abitudini di Mountbatten, i militanti dell'Ira misero una bomba-radio sullo yacht del conte inglese. Lo yacht fu fatto esplodere la mattina del 27 agosto 1979. Nell'esplosione persero la vita, oltre a Mountbatten, altre 2 persone e la Baronessa Brabourne che morì il giorno successivo per le ferite riportate.
Lo stesso giorno due esplosioni ravvicinate, a meno di mezz'ora l'una dall'altra causarono la morte di 18 soldati inglsi a Warrenpoint, nella contea di Down. I soldati facevano parte del Reggimento Pracadutisti, lo stesso che il 30 gennaio 1972 aveva aperto il fuoco sulla manifestazione del NICRA (Northern Ireland Civil Rights Association), uccidendo 13 civili (un altro ragazzo morirà il giorno successivo per le ferite riportate), in quello che viene ricordato come il Bloody Sunday.
Il 27 sera, a Belfast, lungo la Falls Road, l'arteria stradale lungo la quale si affacciano i quartieri cattolici di Welf Belfast, comparve la scritta "13 gone and not forgotten, we got 18 and Mountbatten”.
Tante, troppe inesattezze in questo articoletto!
Ho appena appreso (fonte: Corriere della Sera) che alcuni scienziati europei stanno discutendo circa la sicurezza ambientale delle centrali nucleari a fissione. Uno dei nodi da sciogliere per accedere eventualmente ai finanziamenti europei è l'analisi di costi/benefici, estesa all'intero ciclo di vita delle centrali, incluso il loro smantellamento ed il deposito delle scorie.
Inoltre dovrebbero dirci da quali Paesi esteri verrebbe importato il materiale fissile.
Renato Perago
È veramente incredibile questa storia che guarda caso esce fuori solo dopo la morte di Califano che non può più essere qui a dare la sua versione dei fatti. Tra gli autori risultano in quattro,compreso Califano, che tra l'altro incise anche una sua versione al maschile. La stessa Mia Martini disse che il testo,non un rigo, fu riscritto da Califano. Trovo veramente poco signorile, oserei dire non in linea con la grandezza della poesia che si esprime in questo straordinario pezzo, il voler disconoscere i meriti artistici di Califano, il voler stilare percentuali tra gli autori, tra chi ha scritto un rigo chi due e chi tre.