Gli Italiani a bordo del Titanic

Erano 37 gli italiani a bordo del Titanic. Solo 8 erano viaggiatori, gli altri erano dipendenti, lavoravano come personale di bordo per quello che doveva essere un gioiello tra i transatlantici e che tra i suoi ?fiori all’occhiello aveva un ristorante ricco di personale italiano. Tre soli di loro si salvarono la notte tra il 14 e il 15 aprile.
Pochi sanno che erano 37 e ancora meno sanno che la maggior parte di loro erano camerieri (33); i camerieri erano stati personalmente scelti da Luigi Gatti il gestore del ristorante "A la carte" la sala da pranzo piú "in" della nave.
Gatti infatti era un italiano che ce l'aveva fatta: emigrato a Londra gestiva 3 ristoranti e godeva di un'ottima reputazione e notorietà nel settore, tanto da essere scelto dalla compagnia White Star Line per la gestione del ristorante piu' raffinato sul Titanic. Gatti aveva scelto rigorosamente uno ad uno i suoi collaboratori: camerieri, macellai, addetti ai bicchieri e sommelier tutti di origine Italiana.
Questa eccellenza venne purtroppo penalizzata nel disastro dove perse la vita anche lo stesso Gatti.
È emblematica la foto di gruppo scattata prima di salpare dal porto di Southampton; Gatti e altri 33 nostri connazionali posano con orgoglio, ritratti nel salone di prima classe del transatlantico. Sono professionisti tra i 17 e i 43 anni e coronano il sogno di servire ai tavoli del più prestigioso ristorante che si potesse trovare.
Ho appena appreso (fonte: Corriere della Sera) che alcuni scienziati europei stanno discutendo circa la sicurezza ambientale delle centrali nucleari a fissione. Uno dei nodi da sciogliere per accedere eventualmente ai finanziamenti europei è l'analisi di costi/benefici, estesa all'intero ciclo di vita delle centrali, incluso il loro smantellamento ed il deposito delle scorie.
Inoltre dovrebbero dirci da quali Paesi esteri verrebbe importato il materiale fissile.
Renato Perago
È veramente incredibile questa storia che guarda caso esce fuori solo dopo la morte di Califano che non può più essere qui a dare la sua versione dei fatti. Tra gli autori risultano in quattro,compreso Califano, che tra l'altro incise anche una sua versione al maschile. La stessa Mia Martini disse che il testo,non un rigo, fu riscritto da Califano. Trovo veramente poco signorile, oserei dire non in linea con la grandezza della poesia che si esprime in questo straordinario pezzo, il voler disconoscere i meriti artistici di Califano, il voler stilare percentuali tra gli autori, tra chi ha scritto un rigo chi due e chi tre.
Conoscevo da tempo Universo25 e Calhoun, di cui ho letto l'originale.
Ovunque sembra si sia per scontata una nozione cruciale... Che cos'è, in dettaglio, un ruolo sociale?
A.V.