Jedwabnem pogrom, l’odio razziale in Polonia

Pogrom è un termine russo che significa “demolire o distruggere con atti violenti".
A seguito dell'attacco portato nel giugno 1941 all'Unione Sovietica, le truppe tedesche si rimpossessarono delle zone che l'Unione Sovietica si era annessa nel 1939 come conseguenza del patto di non aggressione russo-tedesco.
I tedeschi, attraverso la propria propaganda, fomentarono la popolazione polacca ed asserirono che gli ebrei avevano collaborato con i sovietici nei crimini commessi in Polonia prima del loro arrivo.
Il mese successivo, il 10 luglio 1941 gli abitanti di Jedwabne circondarono i loro concittadini ebrei, compresi quelli in visita da paesi vicini e i residenti dei villaggi circostanti come Wizna e Kolno.
Il gruppo venne condotto nella piazza di Jedwabne, dove venne assalito e picchiato. Un gruppo di quaranta o cinquanta ebrei, tra i quali il rabbino della locale comunità, vennero costretti a demolire il monumento dedicato a Lenin, costruito durante l'occupazione sovietica. Questo gruppo venne successivamente ucciso e gettato in una fossa comune insieme ai frammenti del monumento distrutto.
Successivamente - le deposizioni dei testimoni variano da una a diverse ore - la maggior parte degli ebrei rimasti in vita dopo le violente percosse e che ancora si trovavano sulla piazza, vennero rinchiusi in un granaio al quale venne appiccato fuoco; morirono bruciati vivi.
Ho appena appreso (fonte: Corriere della Sera) che alcuni scienziati europei stanno discutendo circa la sicurezza ambientale delle centrali nucleari a fissione. Uno dei nodi da sciogliere per accedere eventualmente ai finanziamenti europei è l'analisi di costi/benefici, estesa all'intero ciclo di vita delle centrali, incluso il loro smantellamento ed il deposito delle scorie.
Inoltre dovrebbero dirci da quali Paesi esteri verrebbe importato il materiale fissile.
Renato Perago
È veramente incredibile questa storia che guarda caso esce fuori solo dopo la morte di Califano che non può più essere qui a dare la sua versione dei fatti. Tra gli autori risultano in quattro,compreso Califano, che tra l'altro incise anche una sua versione al maschile. La stessa Mia Martini disse che il testo,non un rigo, fu riscritto da Califano. Trovo veramente poco signorile, oserei dire non in linea con la grandezza della poesia che si esprime in questo straordinario pezzo, il voler disconoscere i meriti artistici di Califano, il voler stilare percentuali tra gli autori, tra chi ha scritto un rigo chi due e chi tre.
Conoscevo da tempo Universo25 e Calhoun, di cui ho letto l'originale.
Ovunque sembra si sia per scontata una nozione cruciale... Che cos'è, in dettaglio, un ruolo sociale?
A.V.