Gli Stati Uniti acquistano l'Alaska dalla Russia

Era il 18 ottobre 1867 quando gli Stati Uniti acquistarono dalla Russia la selvaggia Alaska, sborsando più di 7 milioni di dollari
Nel 1867 l’Alaska era un territorio quasi selvaggio e spopolato, abitato da circa 2.500 russi o meticci, poco più di 8.000 aborigeni, e circa 80.000 eschimesi: questi ultimi, tra l’altro, vivevano al di fuori dall’amministrazione coloniale russa.
Il territorio, dunque, era selvaggio e senza alcun possibilità di un’eventuale difesa militare. L'impero russo temeva che prima o poi sarebbe stato costretto a cederlo comunque e senza alcun compenso, in caso di un eventuale attacco da parte dei britannici, che già possedevano il vicino Canada.
Il timore di una conquista e la necessità di rimpinguare le casse dell’Impero portarono quindi lo zar Alessandro II a decidere di venderlo agli Stati Uniti d’America, ritenuti meno pericolosi dell’Impero Britannico. L’acquisto dell’Alaska fu, dunque, un accordo internazionale stipulato tra USA e Impero Russo. Il trattato fra le due potenze venne firmato alle prime luci dell’alba del 30 marzo 1867, a seguito di una lunga notte di trattative. Il prezzo d’acquisto venne fissato in 7.200.000 dollari americani, per un territorio che aveva un’estensione di circa 1.600.000 km².
Inizialmente l’opinione pubblica americana non accolse in maniera favorevole l’affare, dato che l’Alaska era considerata una terra selvaggia e fredda. Ma dopo la ratifica dell’acquisto da parte del Governo statunitense, non senza difficoltà, la cerimonia di passaggio dei poteri ebbe finalmente luogo a Nuova Archangel il 18 ottobre 1867.
Per l’occasione fu messa in atto una parata militare da parte di entrambi gli eserciti, che si tenne di fronte alla residenza del governatore, dove venne ammainata la bandiera russa e fu issata quella statunitense. La residenza nella casa del governatore fu occupata da quel momento in poi dal generale americano Jefferson C. Davis.
Buon parte dei russi che abitava nel territorio appena ceduto tornò in patria, e in Alaska restarono solo alcuni commercianti di pellicce e qualche sacerdote ortodosso.
Ho appena appreso (fonte: Corriere della Sera) che alcuni scienziati europei stanno discutendo circa la sicurezza ambientale delle centrali nucleari a fissione. Uno dei nodi da sciogliere per accedere eventualmente ai finanziamenti europei è l'analisi di costi/benefici, estesa all'intero ciclo di vita delle centrali, incluso il loro smantellamento ed il deposito delle scorie.
Inoltre dovrebbero dirci da quali Paesi esteri verrebbe importato il materiale fissile.
Renato Perago
È veramente incredibile questa storia che guarda caso esce fuori solo dopo la morte di Califano che non può più essere qui a dare la sua versione dei fatti. Tra gli autori risultano in quattro,compreso Califano, che tra l'altro incise anche una sua versione al maschile. La stessa Mia Martini disse che il testo,non un rigo, fu riscritto da Califano. Trovo veramente poco signorile, oserei dire non in linea con la grandezza della poesia che si esprime in questo straordinario pezzo, il voler disconoscere i meriti artistici di Califano, il voler stilare percentuali tra gli autori, tra chi ha scritto un rigo chi due e chi tre.
Conoscevo da tempo Universo25 e Calhoun, di cui ho letto l'originale.
Ovunque sembra si sia per scontata una nozione cruciale... Che cos'è, in dettaglio, un ruolo sociale?
A.V.