La fotografia più famosa che nessuno ha mai visto

Alle 9.40 dell'11 settembre le due Torri continuano a bruciare, viene scattata questa immagine che comparirà a pagina sette di The New York Times del 12 Settembre, e in moltissimi altri giornali del paese e del mondo.
Raffigurava una decisione difficile da comprendere e grave al punto di destabilizzare lo spettatore ad ogni sguardo. L'uomo che cade non è stato identificato, ma pur non avendo un nome, ha incarnato e personificato l'orrore di quel giorno.
I lettori si sono infuriati. Possibile che la stampa non abbia ritegno? Insensibile, grottesca e voyeuristica. Dal Times al Memphis Commercial Appeal, i quotidiani hanno ritirato l'immagine e sono stati costretti a mettersi sulla difensiva cancellandola dall'archivio online.
Don Delillo non ha usato l'immagine per il suo libro uscito nel 2006 L'uomo che cade, mentre l'avrebbe inserita il Times nella recensione dello stesso libro l'anno seguente. Per il resto, l'immagine non è comparsa sui giornali dal 2001, e Drew l'ha soprannominata "la fotografia più famosa che nessuno ha mai visto."
Tuttavia l'auto-censura non ha cancellato L'uomo che cade dalla memoria collettiva. Peter Cheney, reporter per The Globe and Mail, è stato presto incaricato di scoprire l'identità del soggetto, seguito poi da Junod, il quale ha concluso che l'uomo immortalato da Drew è proabilmente Jonathan Briley, tecnico del suono di Windows on the World, il ristorante che occupava gli ultimi piani.
Commovente il racconto non ne avevo mai sentito parlare.
Ti sei dimenticato di citare quello che hanno fatto nei campi di concentramento i tuoi amichetti tedeschi.
Uno che 2019 ancora osanna quella merda di gente può fare solo pena.
Ha avuto la fine che meitava.