Profughi nella guerra in Kossovo

Carol Guzy, fotografa americano del Washington Post, il 13 marzo del 1999 si trova nel campo profughi di Kukes, al confine dell’Albania, per documentare le conseguenze della guerra del Kosovo. In quel mesi, cercando di sfuggire alla “pulizia etnica” della polizia, molti kosovari albanesi tentano di entrare nel campo.
Agim Shala ha due anni quando viene passato da una parte all’altra della frontiera per essere riconsegnato ai genitori ritrovati, e la Guzy riesce a immortalare il momento.
“In realtà è una foto gioiosa. Le famiglie che erano riuscite a fuggire non sapevano se i loro cari fossero sopravvissuti o meno, per cui si allineavano lungo il recinto nella speranza di vederli arrivare. Quando una famiglia ha visto i parenti dall’altra parte del filo spinato, hanno immediatamente consegnato loro i bambini in attesa di ricongiungersi .”
Lo scatto, intenso e semplice insieme, vince il premio Pulitzer nel 2000. L’autrice ne spiegerà la forza dicendo “è la forza dei ritratti dei bambini, completamente in balia degli eventi che si svolgono intorno a loro e incapaci di proteggersi”.
Tante, troppe inesattezze in questo articoletto!
Ho appena appreso (fonte: Corriere della Sera) che alcuni scienziati europei stanno discutendo circa la sicurezza ambientale delle centrali nucleari a fissione. Uno dei nodi da sciogliere per accedere eventualmente ai finanziamenti europei è l'analisi di costi/benefici, estesa all'intero ciclo di vita delle centrali, incluso il loro smantellamento ed il deposito delle scorie.
Inoltre dovrebbero dirci da quali Paesi esteri verrebbe importato il materiale fissile.
Renato Perago
È veramente incredibile questa storia che guarda caso esce fuori solo dopo la morte di Califano che non può più essere qui a dare la sua versione dei fatti. Tra gli autori risultano in quattro,compreso Califano, che tra l'altro incise anche una sua versione al maschile. La stessa Mia Martini disse che il testo,non un rigo, fu riscritto da Califano. Trovo veramente poco signorile, oserei dire non in linea con la grandezza della poesia che si esprime in questo straordinario pezzo, il voler disconoscere i meriti artistici di Califano, il voler stilare percentuali tra gli autori, tra chi ha scritto un rigo chi due e chi tre.