La morte del Mantovano Volante
Arturo Nuvolari è un agricoltore e un ciclista con qualche vittoria all'attivo, seppur non tante quante il fratello Giuseppe, campione italiano. Sua moglie, Elisa Zorzi, ha appena dato alla luce il loro quarto figlio: Tazio. In famiglia ancora non sanno che è nato un campione.
Il piccolo Tazio eredita la passione sportiva. La scintilla scocca nel 1904 assistendo per la prima volta a una corsa automobilistica sul circuito di Brescia. Di lì a pochi mesi, lo zio Giuseppe gli insegna a guidare una motocicletta. Il passo verso le quattro ruote è breve: ha solo 13 anni quando guida per la prima volta un'auto, quella di suo padre, che ha "rubato" nottetempo per fare un giro al chiaro di luna. "Non ho fatto più di 30 km orari", dirà in seguito, e sia la macchina sia il piccolo Tazio tornano a casa tutti interi.
Durante la prima guerra mondiale Nuvolari viene chiamato per guidare le ambulanze e le vetture di servizio. Risale a questo periodo il suo primo incidente. "Lascia perdere, l'automobile non fa per te", gli dirà l'ufficiale a bordo. E invece no. Nuvolari ottiene la licenza di corridore motociclista nel 1920. Ha 28 anni, comincia già a essere "fuori età", ma nell'arco di due anni diventa pilota professionista e arrivano le prime vittorie. Comincia a correre anche sulle auto e nel 1924 l'incontro con un giovane Enzo Ferrari determina la successiva collaborazione con Alfa Romeo.
Nella sua carriera il "Mantovano Volante" – così viene chiamato Nuvolari per la sua velocità – conquista un numero sterminato di vittorie. Sulle moto ne riporta ben 49, di cui 15 assolute e 34 a livello di classe di cilindrata, tutte concentrate fra il 1922 e il 1930. L'anno d'oro delle due ruote, per lui, è il 1925, quando conquista la vittoria assoluta 8 volte in sella a una Bianchi 350, registrando ben 3 primati di velocità.
Per quanto riguarda le auto, la conta sale ancora più in alto: 55 vittorie assolute più altre 37 a livello di categoria. La prima arriva nel 1924, l'ultima nel 1950 quando il pilota ha ben 58 anni. L'anno d'oro è il 1932: undici vittorie in tutto. Fra le auto dei suoi successi ci sono soprattutto le Alfa Romeo, ma anche Chiribiri, Bugatti, Maserati e Ferrari.
Vittorie da record, imprese al limite dell'impossibile, incidenti clamorosi da cui esce sempre vivo: la fortunata storia agonistica di Nuvolari è controbilanciata dalla sfortuna nella vita privata. Il pilota, infatti, perde entrambi i figli, stroncati da una malattia a 18 anni, a 9 anni di distanza l'uno dall'altro, come per un brutto scherzo del destino. Lui, invece, dopo una vera e propria "vita spericolata", si spegne nel suo letto l'11 agosto 1953.
Mi sarebbe piaciuto vederlo... sono nata a Luzzara nel 1947 e il mio primo ricordo è l'alluvione del 1951.
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Il più grande assassino e genocida della storia.Hitler al confronto distribuiva cioccolatini nei campi di sterminio.
Orribile !!!
Va ricordato che con questa spietata e criminale operazione, finalizzata al nutrimento degli addetti alla trasformazione della Russia da area ad economia agricola ad Area ad economia industriale. La Russia, sotto il dominio degli zar era rimasta indietro di centinaia di anni.
I nefasti effetti dell’immobilismo per la conservazione del potere e la corruzione spiegano senza ovviamente minimamente giustificare questi orrori.
Prima o poi la storia presenta il conto.
Purtroppo però spesso lo pagano le vittime.
In questo caso donne, bambini, vecchi.
Gli uomini erano stati deportati nelle aree dove si lavorava, naturalmente erano lavori forzati.
Bella coppietta Stalin e Hitler, ognuno con le sue buone azioni.
Bah, meglio non pensarci troppo.