Mi chiamo Tani, e credo nei miracoli

Kayode aveva una tipografia ad Abuja, la capitale della Nigeria. Anche sua moglie Oluwatoyin lavorava lì.
Un giorno si presentano alcune persone che vorrebbero stampare dei manifesti. Kayode però rifiuta. Perché quelli che doveva stampare erano manifesti di Boko Haram, e lui non vuole avere nulla a che fare con quel gruppo terroristico.
Lui sa bene che questo rifiuto può costargli molto caro, e quindi per non rischiare, può solamente fuggire via. Riesce a procurarsi un visto turistico, e così con la moglie e i due figli arriva negli Stati Uniti. Prima a Dallas, poi a New York. Sono salvi, ma senza una casa, un lavoro, un sostegno.
Finiscono in un rifugio per senzatetto, non è semplice, soprattutto per i bambini.
Kayode trova lavoro come lavapiatti, la mamma come donna delle pulizie, e i due figli vanno a scuola. È il 2017, e proprio a scuola, il figlio minore, Tanitoluwa Adewumi, detto Tani, vede una scacchiera per la prima volta.
Ha 7 anni, e rimane affascinato da quei pezzi che si muovono negli spazi bianchi e neri, e vuole provare a giocare. L’amore che il bambino nutre per la scacchiera sembrerebbe decisamente ricambiato, perché in pochissimo tempo diventa bravissimo. Tanto che vorrebbe iscriversi nel club degli scacchi della scuola, ma i genitori non hanno i soldi per pagargli la quota di iscrizione.
Ma Tani è fortunato, perché il suo insegnante di scacchi, Russell Makofsky, capisce che non può permettersi di perdere un allievo così promettente, e si offre di pagare lui tutte le spese.
È una decisione saggia, perché nel giro di pochissimo tempo, Tani vince sette tornei, e diventa campione dello Stato di New York. Lo straordinario successo di Tani attira l’attenzione del New York Times, che gli dedica un articolo, e in breve lui e la sua famiglia, che vivono ancora nel rifugio per senzatetto, diventano oggetto di un’incredibile campagna di solidarietà: i lettori del giornale donano ben 250.000 dollari e un anno di affitto pagato in un appartamento.
La storia non finisce qui: i genitori di Tani riescono a rimettersi in sesto, il padre diventa agente immobiliare, la madre si diploma infermiera. Molte scuole private di New York offrono gratuitamente un posto al piccolo prodigio degli scacchi, ma la famiglia preferisce che Tani rimanga nella sua scuola, una semplice scuola pubblica, che per prima ha creduto in lui, nel suo talento e nel suo impegno.
Tanto talento e tanto impegno, fatto sta che pochi mesi fa, a soli 10 anni, Tani ha conquistato il titolo di National Master.
Tante, troppe inesattezze in questo articoletto!
Ho appena appreso (fonte: Corriere della Sera) che alcuni scienziati europei stanno discutendo circa la sicurezza ambientale delle centrali nucleari a fissione. Uno dei nodi da sciogliere per accedere eventualmente ai finanziamenti europei è l'analisi di costi/benefici, estesa all'intero ciclo di vita delle centrali, incluso il loro smantellamento ed il deposito delle scorie.
Inoltre dovrebbero dirci da quali Paesi esteri verrebbe importato il materiale fissile.
Renato Perago
È veramente incredibile questa storia che guarda caso esce fuori solo dopo la morte di Califano che non può più essere qui a dare la sua versione dei fatti. Tra gli autori risultano in quattro,compreso Califano, che tra l'altro incise anche una sua versione al maschile. La stessa Mia Martini disse che il testo,non un rigo, fu riscritto da Califano. Trovo veramente poco signorile, oserei dire non in linea con la grandezza della poesia che si esprime in questo straordinario pezzo, il voler disconoscere i meriti artistici di Califano, il voler stilare percentuali tra gli autori, tra chi ha scritto un rigo chi due e chi tre.