Merkel ad Auschwitz per la prima volta da quando è Cancelliera e cita Primo Levi

IL 6 dicembre 2019, Angela Merkel visita il campo di concentramento nazista di Auschwitz per la sua prima visita ufficiale da quando è cancelliera. L’occasione arriva nel decennale della fondazione Auschwitz-Birkenau.
“Quello che è successo qui – ha detto la Cancelliera – non si può capire con la comprensione umana. Provo una vergogna profonda”. La Merkel ha poi sottolineato la necessità di preservare la memoria: “Il silenzio non è la risposta. Non dobbiamo mai dimenticare. Nessuna tolleranza su nessun antisemitismo”.
Nel suo discorso cita anche Primo Levi: “È vero ciò che scrisse: ‘È successo. Dunque può succedere di nuovo’. Per questo non dobbiamo chiudere gli occhi e le orecchie, se le persone vengono insultate, umiliate o marginalizzate. Dobbiamo contrastare chi alimenta odio e pregiudizi contro persone di altre religioni, o di altre provenienze”.
Visibilmente commossa dopo aver ascoltato la testimonianza di un sopravvissuto arrivato a 12 anni nel campo, la cancelliera ha sottolineato che è “tutt’altro che facile” andare in un luogo dove i crimini dei tedeschi hanno “superato tutto ciò che sia immaginabile.
Ricordare questi crimini è una responsabilità che non finisce mai. Appartiene in modo inseparabile al nostro Paese. Essere consapevoli di questa responsabilità fa parte della nostra identità nazionale”. Insistendo sul fatto che ciascuna delle 1,1 milioni di persone uccise ad Auschwitz aveva “un nome, una dignità inalterabile, un’origine, una storia. Mi inchino profondamente”.
Ho appena appreso (fonte: Corriere della Sera) che alcuni scienziati europei stanno discutendo circa la sicurezza ambientale delle centrali nucleari a fissione. Uno dei nodi da sciogliere per accedere eventualmente ai finanziamenti europei è l'analisi di costi/benefici, estesa all'intero ciclo di vita delle centrali, incluso il loro smantellamento ed il deposito delle scorie.
Inoltre dovrebbero dirci da quali Paesi esteri verrebbe importato il materiale fissile.
Renato Perago
È veramente incredibile questa storia che guarda caso esce fuori solo dopo la morte di Califano che non può più essere qui a dare la sua versione dei fatti. Tra gli autori risultano in quattro,compreso Califano, che tra l'altro incise anche una sua versione al maschile. La stessa Mia Martini disse che il testo,non un rigo, fu riscritto da Califano. Trovo veramente poco signorile, oserei dire non in linea con la grandezza della poesia che si esprime in questo straordinario pezzo, il voler disconoscere i meriti artistici di Califano, il voler stilare percentuali tra gli autori, tra chi ha scritto un rigo chi due e chi tre.
Conoscevo da tempo Universo25 e Calhoun, di cui ho letto l'originale.
Ovunque sembra si sia per scontata una nozione cruciale... Che cos'è, in dettaglio, un ruolo sociale?
A.V.