Il fiume della morte

Lo chiamano il fiume della morte, dalle sue acque ormai emergono soltanto cadaveri. Tanti cadaveri.
Di solito hanno le mani legate dietro la schiena, la bocca tappata dal nastro adesivo, il volto sfigurato dai colpi di pistola.
Di solito sono corpi di ragazzi e di ragazze, perché questo è il Queiq River, il fiume che attraversa Aleppo, quella meraviglia di città che sta nel nord della Siria, dove fino a ieri si andava a studiare perché ha università rinomate.
Centinaia di corpi stesi sul letto di un fiume, nella città di Aleppo. Sono le immagini del massacro del fiume Queiq, scatti che hanno fatto il giro del mondo, diventando il simbolo della crudeltà del conflitto civile in Siria.
La brutale esecuzione di centinaia di persone, per lo più giovani, venne alla luce solo a fine gennaio, quando le piogge invernali portarono a valle l'amara verità. I cadaveri continuarono ad arrivare fino a 10 giorni dopo la scoperta originale, il 29 gennaio 2013, spinti dal flusso della corrente.
Il Guardian, che ha pubblicato un reportage sul massacro, ha indicato che la maggior parte erano giovani in età lavorativa. Oltre all'età, un altro elemento che accomunava le vittime era il fatto di essere stati - o di aver cercato di arrivare - nella parte occidentale della città. Tutti erano dovuti passare da checkpoint gestiti dall'esercito siriano o dalla loro milizia delegata, il Shabiha.
Sempre il Guardian dice che le foto di quei corpi allineati sulle rive del fiume “sono immagini simbolo di quel che accade in Siria”.
Nell’indifferenza del mondo ci sono state centinaia di esecuzioni. Ci si può perdere in sottigliezze, in analisi e tattiche, ma non si può cancellare l’unica verità inconfutabile: Assad sta sterminando il suo popolo.
Tante, troppe inesattezze in questo articoletto!
Ho appena appreso (fonte: Corriere della Sera) che alcuni scienziati europei stanno discutendo circa la sicurezza ambientale delle centrali nucleari a fissione. Uno dei nodi da sciogliere per accedere eventualmente ai finanziamenti europei è l'analisi di costi/benefici, estesa all'intero ciclo di vita delle centrali, incluso il loro smantellamento ed il deposito delle scorie.
Inoltre dovrebbero dirci da quali Paesi esteri verrebbe importato il materiale fissile.
Renato Perago
È veramente incredibile questa storia che guarda caso esce fuori solo dopo la morte di Califano che non può più essere qui a dare la sua versione dei fatti. Tra gli autori risultano in quattro,compreso Califano, che tra l'altro incise anche una sua versione al maschile. La stessa Mia Martini disse che il testo,non un rigo, fu riscritto da Califano. Trovo veramente poco signorile, oserei dire non in linea con la grandezza della poesia che si esprime in questo straordinario pezzo, il voler disconoscere i meriti artistici di Califano, il voler stilare percentuali tra gli autori, tra chi ha scritto un rigo chi due e chi tre.