Montanelli sulla conferenza di Jalta

Le valutazioni storiografiche sulla conferenza in Crimea sono state fin dall'epoca dei fatti ampiamente discordanti, da un lato si riteneva che Roosevelt avesse regalato mezza Europa alla Russia dall'altra si contesta il fatto che Stalin era al tempo dei fatti un interlocutore credibile e moderato e si cercava una pace lunga e duratura.
Il giornalista e storico italiano Indro Montanelli ha pesantemente criticato le conclusioni della conferenza di Jalta.
« Su Jalta non si è mai smesso di discutere. Gli ammiratori di Roosevelt - e sono tanti, non solo in America - sostengono che a Jalta, poi, in fondo non successe nulla. Non è vero, essi dicono, che l'Occidente "vendette" alla Russia mezza Europa: a prendersela aveva già provveduto l'Armata Rossa. Ed è vero. Ma è altrettanto vero che Jalta, contentandosi di un generico impegno di Stalin a rispettare la volontà dei popoli, gli diede via libera e "regalò", come ha scritto Will, "alle baionette sovietiche una rispettabile fodera di pergamena.
Roosevelt aveva salvato l'Europa dal nazismo: nessuno potrà mai disconoscergli questo merito. Ma lo aveva fatto per odio del nazismo, non per amore dell'Europa. Detestava il vecchio continente, Inghilterra compresa, non vedeva l'ora di ridimensionarlo a un ruolo di comprimario spogliandolo dei suoi possedimenti coloniali, ed era pronto a sacrificarlo - come fece - all'ingordigia di terre e di dominio del satrapo sovietico, per il quale stravedeva. C'è da chiedersi se avrebbe potuto resistergli: la bomba atomica non era ancora scoppiata. Ma è accertato che non fece nemmeno il tentativo. Qualcuno dice che non ne aveva più la forza, malato com'era (morì due mesi dopo). Ma prove di fermezza non ne aveva date nemmeno prima, nemmeno quando i sovietici avevano calato il sipario, o meglio il sudario, sulla Polonia, sottraendola anche allo sguardo dell'Occidente. »
Montanelli concludeva con la seguente constatazione:
« ...basta essere onesti per riconoscere che con essi l'Occidente si arrese all'Unione Sovietica consentendole di accaparrarsi mezza Europa e di spegnervi quelle libertà, per difendere le quali esso era sceso in guerra contro il nazismo. Nessuno può negare né sminuire l'importanza di Jalta. Essa fu una tappa e una svolta nella storia di questo secolo. È giusto, a quarant'anni di distanza, ricordarla. I sovietici, come un fasto. Noi occidentali, come un lutto. »
Ho appena appreso (fonte: Corriere della Sera) che alcuni scienziati europei stanno discutendo circa la sicurezza ambientale delle centrali nucleari a fissione. Uno dei nodi da sciogliere per accedere eventualmente ai finanziamenti europei è l'analisi di costi/benefici, estesa all'intero ciclo di vita delle centrali, incluso il loro smantellamento ed il deposito delle scorie.
Inoltre dovrebbero dirci da quali Paesi esteri verrebbe importato il materiale fissile.
Renato Perago
È veramente incredibile questa storia che guarda caso esce fuori solo dopo la morte di Califano che non può più essere qui a dare la sua versione dei fatti. Tra gli autori risultano in quattro,compreso Califano, che tra l'altro incise anche una sua versione al maschile. La stessa Mia Martini disse che il testo,non un rigo, fu riscritto da Califano. Trovo veramente poco signorile, oserei dire non in linea con la grandezza della poesia che si esprime in questo straordinario pezzo, il voler disconoscere i meriti artistici di Califano, il voler stilare percentuali tra gli autori, tra chi ha scritto un rigo chi due e chi tre.
Conoscevo da tempo Universo25 e Calhoun, di cui ho letto l'originale.
Ovunque sembra si sia per scontata una nozione cruciale... Che cos'è, in dettaglio, un ruolo sociale?
A.V.