Come nasce una canzone: Bella Ciao
Non è chiara l'origine della canzone che ricorda la ballata popolare Fior di tomba, e la lirica richiama una filastrocca infantile derivata dalla ballata popolare Bevanda sonnifera.
La melodia risale a una musica popolare ebraica, gli spartiti (praticamente identici a Bella Ciao) più vecchi sono datati agli inizi del '900 intitolati Klezmer - Yiddish swing music, fu incisa da Mishka Ziganoff nel 1919 a New York, un ebreo originario dell'est Europa che prese spunto da una canzone yiddish il cui titolo completo è "the little bag of coal", la piccola borsa di carbone".
Tantissimi artisti si sono esaltati in una propria personale interpretazione.
Ilmfatto di contenere valori universali rendono questo pezzo declinabile in ogni contesto. Che piaccia o no, “Bella ciao” è patrimonio di tutti non ha un colore politico ed è un grido di gioia e libertà contro il male, riesce a risvegliare un moto di ideali che non conoscono barriera linguistica.
L’universalità di Bella ciao è data dai valori fondamentali che trasmette: libertà, pace, solidarietà. Non c’è partito politico, degno di essere definito tale, che li possa criticare e tantomeno che se ne possa appropriare l’esclusiva.
Una potenza che trova il suo compimento sulla melodia che si perpetua da 75 anni nelle rivoluzioni, nelle proteste in ogni angolo del mondo.
Ed è questo il motivo per cui gli spagnoli contro il regime franchista, i palestinesi rinchiusi a Gaza, gli studenti di Istanbul a Gezi park, i giovani durante le Primavere arabe fino agli attivisti di Fridays for Future hanno cantato Bella ciao nelle proprie manifestazioni.
Una canzone cantata da tutti i più grandi artisti del mondo e, anche quando tradotta, mantiene le due parole in Italiano più conosciute al mondo, «bella ciao».
«Una mattina mi sono alzato
o bella ciao bella ciao bella ciao ciao ciao
una mattina mi sono alzato e ci ho trovato l'invasor.
O partigiano, portami via
o bella ciao bella ciao bella ciao ciao ciao
o partigiano, portami via che mi sento di morir.
E se muoio da partigiano
o bella ciao bella ciao bella ciao ciao ciao
e se muoio da partigiano tu mi devi seppellir.
Seppellire lassù in montagna
o bella ciao bella ciao bella ciao ciao ciao
seppellire lassù in montagna sotto l"ombra di un bel fior.
E le genti che passeranno
o bella ciao bella ciao bella ciao ciao ciao
e le genti che passeranno e diranno: o che bel fior!.
E questo il fiore del partigiano
o bella ciao bella ciao bella ciao ciao ciao
è questo il fiore del partigiano morto per la libertà»
Ho appena appreso (fonte: Corriere della Sera) che alcuni scienziati europei stanno discutendo circa la sicurezza ambientale delle centrali nucleari a fissione. Uno dei nodi da sciogliere per accedere eventualmente ai finanziamenti europei è l'analisi di costi/benefici, estesa all'intero ciclo di vita delle centrali, incluso il loro smantellamento ed il deposito delle scorie.
Inoltre dovrebbero dirci da quali Paesi esteri verrebbe importato il materiale fissile.
Renato Perago
È veramente incredibile questa storia che guarda caso esce fuori solo dopo la morte di Califano che non può più essere qui a dare la sua versione dei fatti. Tra gli autori risultano in quattro,compreso Califano, che tra l'altro incise anche una sua versione al maschile. La stessa Mia Martini disse che il testo,non un rigo, fu riscritto da Califano. Trovo veramente poco signorile, oserei dire non in linea con la grandezza della poesia che si esprime in questo straordinario pezzo, il voler disconoscere i meriti artistici di Califano, il voler stilare percentuali tra gli autori, tra chi ha scritto un rigo chi due e chi tre.
Conoscevo da tempo Universo25 e Calhoun, di cui ho letto l'originale.
Ovunque sembra si sia per scontata una nozione cruciale... Che cos'è, in dettaglio, un ruolo sociale?
A.V.