Etimologia e origini della parola Pasqua

Le origini della parola Pasqua risalgono al greco: pascha, a sua volta dall'aramaico pasah che vuol dire "passare oltre".
La Festa religiosa, l'agnello come piatto tipico risalgono all'Antico e al Nuovo Testamento
Nove piaghe non bastarono a convincere il Faraone a lasciare andare il popolo degli Ebrei, ridotto in schiavitù. Fu così che Dio si risolse a scagliare una decima piaga, la più tremenda.
Ogni famiglia ebrea avrebbe dovuto sacrificare un agnello, e col sangue segnare gli stipiti e l'architrave della porta. Davanti a quei segni Dio, sceso sull'Egitto per uccidere il primogenito di ogni famiglia, avrebbe riconosciuto i suoi e sarebbe passato oltre. Così la volontà del Faraone fu infine piegata, e gli Ebrei partirono, abbandonando l'Egitto passando oltre il Mar Rosso. Fu l'Esodo.
La Pasqua cristiana si pose sul tracciato della Pasqua giudaica, ma trasformandola profondamente.
L'etimologia fu interpretata affine a [pathein] soffrire, per avvicinare la celebrazione alla Passione di Cristo. Ne nacque la festa più importante di questa religione, cifra della decisività del Cristo, agnello di Dio, che prende su di sé la colpa dell'uomo e vince, per tutti, la morte.
L'importanza della Pasqua rimane vivissima in espressioni comunissime che ne fanno l'antonomasia della festa: esser felici come una pasqua, fare pasqua - dare una mala pasqua, nel senso di augurare la cattiva riuscita di una festa.
Linguisticamente e non, la Pasqua, in tutto il suo millenario peso e la sua vertiginosa profondità culturale, si rivela un ottimo momento per soppesare le tradizioni, aprendo la via a riflessioni e maturazioni che possano rinvigorirne il senso e il rito, e decidere di abbandonare la vanità dell'opulenza e la barbarie del sacrificio.
Ho appena appreso (fonte: Corriere della Sera) che alcuni scienziati europei stanno discutendo circa la sicurezza ambientale delle centrali nucleari a fissione. Uno dei nodi da sciogliere per accedere eventualmente ai finanziamenti europei è l'analisi di costi/benefici, estesa all'intero ciclo di vita delle centrali, incluso il loro smantellamento ed il deposito delle scorie.
Inoltre dovrebbero dirci da quali Paesi esteri verrebbe importato il materiale fissile.
Renato Perago
È veramente incredibile questa storia che guarda caso esce fuori solo dopo la morte di Califano che non può più essere qui a dare la sua versione dei fatti. Tra gli autori risultano in quattro,compreso Califano, che tra l'altro incise anche una sua versione al maschile. La stessa Mia Martini disse che il testo,non un rigo, fu riscritto da Califano. Trovo veramente poco signorile, oserei dire non in linea con la grandezza della poesia che si esprime in questo straordinario pezzo, il voler disconoscere i meriti artistici di Califano, il voler stilare percentuali tra gli autori, tra chi ha scritto un rigo chi due e chi tre.
Conoscevo da tempo Universo25 e Calhoun, di cui ho letto l'originale.
Ovunque sembra si sia per scontata una nozione cruciale... Che cos'è, in dettaglio, un ruolo sociale?
A.V.