Omicidio di La Torre, la mafia elimina la dialettica democratica

Il 30 Aprile 1982 a Palermo veniva barbaramente ucciso dalla mafia Pio La Torre. Fu lui a presentare una legge in Parlamento che per la prima volta introduceva il reato di associazione mafiosa e la confisca dei beni della mafia.
Un colpo durissimo per la mafia. Per la prima volta veniva colpita dov'è più sensibile: i soldi.
Era convinto che fosse fondamentale unire la battaglia dei più poveri a quella contro i mafiosi che fagocitavano il futuro della Sicilia. Perché se molti erano, e sono poveri, era anche colpa della mafia. Ieri come oggi.
Era convinto che bisognava tenere insieme gli ideali di solidarietà ed uguaglianza a quelli dello sviluppo sostenibile e pacifico.
Evocativa una fotografia del 1974, che ritrae Berlinguer a fianco di La Torre, il quale sembra sussurrargli qualcosa. La scattarono durante la Conferenza economica per lo sviluppo della Sicilia, in previsione del “Progetto Sicilia”.
Piersanti Mattarella, che nel 1971 aveva assunto la carica di assessore al bilancio, ricoperta poi per sette anni, era elemento proattivo nell’intento di affermare una nuova linea politica meridionalistica. Quando Mattarella fu ucciso La Torre dirà:
«(…) In Sicilia è messa in discussione la dialettica democratica. Ora si ammazzano i politici che fanno una certa politica di apertura, uno dopo l’altro. Il governo deve intervenire, colpire la trama palermitana che alimenta il fuoco dei terroristi, avviare il programma di risanamento dell’isola. E il gruppo dirigente nazionale della Dc deve reagire, perché fra l’assassinio di Moro e quello di Mattarella corre uno stesso filo, lo stesso piano antidemocratico e reazionario».
Ho appena appreso (fonte: Corriere della Sera) che alcuni scienziati europei stanno discutendo circa la sicurezza ambientale delle centrali nucleari a fissione. Uno dei nodi da sciogliere per accedere eventualmente ai finanziamenti europei è l'analisi di costi/benefici, estesa all'intero ciclo di vita delle centrali, incluso il loro smantellamento ed il deposito delle scorie.
Inoltre dovrebbero dirci da quali Paesi esteri verrebbe importato il materiale fissile.
Renato Perago
È veramente incredibile questa storia che guarda caso esce fuori solo dopo la morte di Califano che non può più essere qui a dare la sua versione dei fatti. Tra gli autori risultano in quattro,compreso Califano, che tra l'altro incise anche una sua versione al maschile. La stessa Mia Martini disse che il testo,non un rigo, fu riscritto da Califano. Trovo veramente poco signorile, oserei dire non in linea con la grandezza della poesia che si esprime in questo straordinario pezzo, il voler disconoscere i meriti artistici di Califano, il voler stilare percentuali tra gli autori, tra chi ha scritto un rigo chi due e chi tre.
Conoscevo da tempo Universo25 e Calhoun, di cui ho letto l'originale.
Ovunque sembra si sia per scontata una nozione cruciale... Che cos'è, in dettaglio, un ruolo sociale?
A.V.