Il commissario Cassarà viene ucciso dalla mafia

Il 6 agosto 1985 un commando di almeno sette killer tre dei quali armati di mitra e kalashnikov ha teso ieri pomeriggio un agguato al commissario Antonio "Ninni" Cassarà, trentotto anni, tre figli dai due ai tredici anni, uccidendolo sui gradini del portone di casa mentre rientrava alle 15,30. Duecento colpi di mitra che hanno stroncato anche la vita di uno degli agenti di scorta, il giovane Roberto Antiochia di ventitrè anni.
Ninni Cassarà, così come Beppe Montana, Calogero Zucchetto, Roberto Antiochia e molti altri, erano in prima linea. Furono ragazzi di una stagione “straordinaria”, che non si ripeté mai più. In cui quella cosa poco conosciuta, quella mafia che ammazzava e faceva affari, doveva essere contrastata. Sapevano quello che facevano. E gli piaceva farlo.
Cassarà fu uno stretto collaboratore di Giovanni Falcone e del cosiddetto "pool antimafia" della Procura di Palermo e le sue indagini contribuirono all'istruzione del primo maxiprocesso alle cosche mafiose.
Tante, troppe inesattezze in questo articoletto!
Ho appena appreso (fonte: Corriere della Sera) che alcuni scienziati europei stanno discutendo circa la sicurezza ambientale delle centrali nucleari a fissione. Uno dei nodi da sciogliere per accedere eventualmente ai finanziamenti europei è l'analisi di costi/benefici, estesa all'intero ciclo di vita delle centrali, incluso il loro smantellamento ed il deposito delle scorie.
Inoltre dovrebbero dirci da quali Paesi esteri verrebbe importato il materiale fissile.
Renato Perago
È veramente incredibile questa storia che guarda caso esce fuori solo dopo la morte di Califano che non può più essere qui a dare la sua versione dei fatti. Tra gli autori risultano in quattro,compreso Califano, che tra l'altro incise anche una sua versione al maschile. La stessa Mia Martini disse che il testo,non un rigo, fu riscritto da Califano. Trovo veramente poco signorile, oserei dire non in linea con la grandezza della poesia che si esprime in questo straordinario pezzo, il voler disconoscere i meriti artistici di Califano, il voler stilare percentuali tra gli autori, tra chi ha scritto un rigo chi due e chi tre.