San Galgano, la vera spada nella roccia

Duecento metri sopra la famosa e imponente Abbazia di San Galgano, nel comune di Chiusdino in provincia di Siena, c’è una chiesetta molto antica, costruita ben prima dell’Abbazia: l’eremo di Montesiepi.
All’interno dell’eremo c’è una cappella, detta anche «rotonda» per via della forma circolare della struttura centrale, dove, a un paio di metri dall’altare, è conficcata in una roccia una vecchia spada di ferro, oggi protetta da una teca trasparente perché negli anni Novanta del Novecento qualcuno provò a estrarre l’antica arma provocando seri danni.
Galgano Guidotti nacque nel 1148 a Chiusdino da una famiglia di piccola nobiltà locale, e morì il 3 dicembre 1181.
Visse la sua adolescenza da cavaliere libero e incline ai divertimenti più sfrenati, finchè la sua vita cambiò radicalmente, diventando un vero Santo Cavaliere di Dio.
Un giorno, mentre viaggiava il suo cavallo si rifiutò di continuare e di sua iniziativa lo condusse a Montesiepi, esattamente nello stesso edificio tondo dove precedentemente aveva incontrato i dodici apostoli.
Galgano non ebbe alcun dubbio: quello era un luogo sacro e meritava una croce. Provò a cercare del legno per costruirla ma non lo trovò, allora decise di prendere la propria spada e conficcarla nella roccia. E la spada entrò come se la roccia fosse terra morbida. In questo modo apparve una croce praticamente perfetta.
Poi, mentre indossava il suo mantello come saio, una voce santa lo invitò a fermarsi in quel luogo e fu così che Galgano iniziò la sua vita da eremita, vivendo da quel giorno nei boschi e nutrendosi solo di erbe selvatiche.
Durante un suo pellegrinaggio a Roma tre ladri tentarono di rubare la spada ma, non riuscendoci, la ruppero. Al ritorno il santo trovò la spada spezzata e si ritenne responsabile dell’accaduto per essersi allontanato. Intervenne la voce divina che gli disse di unire i pezzi e così facendo la spada si ricompose miracolosamente.
Da allora Galgano restò in quel luogo fino alla fine dei suoi giorni, morendo in preghiera sulla spada nella roccia. Quattro anni dopo venne santificato da papa Lucio III e il culto di San Galgano si diffuse ovunque tra i cavalieri e San Michele Arcangelo diventò il protettore della cavalleria.
Molti studiosi concordano nel ritenere Galgano l’ispiratore dei racconti della leggenda di re Artù, per prima cosa Galgano Guidotti è un personaggio realmente esistito come attestano gli antichi documenti, mentre re Artù e i suoi cavalieri appartengono al mondo delle leggende.
Gli atti del processo di beatificazione inoltre risalgono al 1185, cinque anni prima del «Perceval» di Chrétien de Troyes e venticinque anni prima del «Parzival» di Wolfram von Eschenbach.
Ti sei dimenticato di citare quello che hanno fatto nei campi di concentramento i tuoi amichetti tedeschi.
Uno che 2019 ancora osanna quella merda di gente può fare solo pena.
Ha avuto la fine che meitava.
Sono d'accordissimo con te.