L’Apple store? Nato nel ’54 dal genio di Adriano Olivetti

Quando, nel 1954, Adriano Olivetti chiede agli architetti Lodovico Barbiano di Belgiojoso, Enrico Peressutti e Ernesto Rogers di progettare un negozio al numero 584 della Fifth Avenue di New York tra la 44esima e la 45esima strada, nessuno può sapere che quel negozio è destinato a diventare il precursore dell’Apple Store e il più bello di sempre.
Steve Jobs non è ancora nato. La Apple nascerà 22 anni dopo, nel 1976. Ma quel negozio senza soluzione di continuità tra marmi, acciaio, vetrate trasparenti, opere d’arte e prodotti iconici, che il Time definisce «il più bello della Quinta Strada», mette in vetrina le visioni e le intuizioni che avrebbero scritto la storia dell’elettronica nei successivi cinquant’anni.
Watson ricorda di essere rimasto incantato dallo “stile” Olivetti, tanto da chiedere ai suoi designer di imitarlo. I prodotti Ibm che nacquero da quella “collaborazione” valsero all’azienda americana il premio Kaufmann. «La verità – ammise Watson ritirando il premio – è che si tratta di realizzazioni che provengono da una società chiamata Olivetti, da un uomo chiamato Adriano Olivetti. Per questa ragione io mi inchino rispettoso alla sua leadership».
Un piccolo aneddoto, nel 1980 il fondatore di Apple propose alla Olivetti di finanziare per un milione di dollari la società in cambio del 20% delle azioni. De Benedetti rifiutò. Un investimento che oggi varrebbe almeno 100 miliardi di dollari.
Commovente il racconto non ne avevo mai sentito parlare.
Ti sei dimenticato di citare quello che hanno fatto nei campi di concentramento i tuoi amichetti tedeschi.
Uno che 2019 ancora osanna quella merda di gente può fare solo pena.
Ha avuto la fine che meitava.