Esce il primo numero del Manifesto della Razza

La difesa della razza, rivista diretta da Telesio Interlandi, vide il suo primo numero il 5 agosto 1938 e venne stampata, con cadenza quindicinale, fino al 1943 (l'ultimo numero, il 117 risulta uscito il 20 giugno 1943) dalla casa editrice Tumminelli di Roma.
A partire dal 20 settembre 1938 segretario di redazione della rivista fu Giorgio Almirante, che divenne successivamente leader del MSI (Movimento Sociale Italiano). Vi collaborò anche Julius Evola oltre a personaggi in seguito politici famosi quali ad esempio Giovanni Spadolini e Amintore Fanfani.
Così scriveva Giorgio Almirante il 5 maggio 1942:
«Il razzismo ha da essere cibo di tutti e per tutti, se veramente vogliamo che in Italia ci sia, e sia viva in tutti, la coscienza della razza. Il razzismo nostro deve essere quello del sangue, che scorre nelle mie vene, che io sento rifluire in me, e posso vedere, analizzare e confrontare col sangue degli altri. Il razzismo nostro deve essere quello della carne e dei muscoli; e dello spirito, sì, ma in quanto alberga in questi determinati corpi, i quali vivono in questo determinato Paese; non di uno spirito vagolante tra le ombre incerte d'una tradizione molteplice o di un universalismo fittizio e ingannatore».
«Altrimenti - scriveva ancora Almirante - finiremo per fare il gioco dei meticci e degli ebrei; degli ebrei che, come hanno potuto in troppi casi cambiar nome e confondersi con noi, così potranno, ancor più facilmente e senza neppure il bisogno di pratiche dispendiose e laboriose, fingere un mutamento di spirito e dirsi più italiani di noi, e simulare di esserlo, e riuscire a passare per tali. Non c'è che un attestato col quale si possa imporre l'altolà al meticciato e all'ebraismo: l'attestato del sangue», in «La Difesa della razza» 5 maggio 1942.
Viene emanata nell'autunno del 1938 la legge sulla difesa della Razza, conseguenza diretta della diffusione culturale di idee razziste eccone i primi punti: 1) gli ebrei sono banditi dalla vita pubblica, 2) dall'esercito, 3) dalle scuole, 4) dallo spettacolo, 5) non possono essere notai o giornalisti, 6) non possono avere domestici ariani.
Commovente il racconto non ne avevo mai sentito parlare.
Ti sei dimenticato di citare quello che hanno fatto nei campi di concentramento i tuoi amichetti tedeschi.
Uno che 2019 ancora osanna quella merda di gente può fare solo pena.
Ha avuto la fine che meitava.