La porta dell'inferno

C’è un posto, in Turkmenistan, che nessuno conoscerebbe se non fosse per un particolare: un cratere che brucia da quarant’anni e non accenna a voler smettere. Il fenomeno ha attirato l’attenzione di turisti, esperti e curiosi di tutto il mondo, tanto da accaparrarsi il soprannome di “Porta dell’Inferno”.
Il cratere si trova bel mezzo di un territorio desolato a circa 250 km dalla capitale del Turkmenistan, Ashgabat, per la precisione nei dintorni del villaggio di Derweze, nel deserto di Karakum.
Per spiegare l’origine del fenomeno dobbiamo fare un salto indietro nel tempo, precisamente nel 1971, il periodo in cui i sovietici esploravano il territorio del Turkmenistan alla ricerca di fonti di gas naturale. Nel corso di queste ricerche, fu individuato un giacimento di gas all’interno di una caverna e dopo la scoperta si iniziò a trivellare intorno alla zona fin quando il terreno ha ceduto di botto, dando origine ad un enorme cratere.
In seguito al collasso improvviso del terreno, i sovietici responsabili delle trivellazioni nella zona cercarono un modo per evitare che dalla voragine fuoriuscissero gas nocivi. Per questo, causarono una grossa esplosione nella speranza di far esaurire questi gas, ma nell’eseguire l’esperimento fecero male i loro calcoli. Infatti, l’incendio non si spense nel giro di pochi giorni come avevano creduto, ma non si è placato fino ai giorni nostri. Tutt’oggi, infatti il fuoco continua a bruciare, spargendo nei dintorni un odore di zolfo ben riconoscibile anche a distanza.
Commovente il racconto non ne avevo mai sentito parlare.
Ti sei dimenticato di citare quello che hanno fatto nei campi di concentramento i tuoi amichetti tedeschi.
Uno che 2019 ancora osanna quella merda di gente può fare solo pena.
Ha avuto la fine che meitava.