Little Venice a Londra

Il pezzo d'acqua conosciuto come "Little Venice" nasce come un giunto a T per le barche del canale. Proprio in questo punto il Grand Junction Canal si unisce al Regent’s Canal, con il bacino di Paddington molto più piccolo che corre verso sud. Il lago doveva essere abbastanza grande per far girare le chiatte, alcune delle quali di 80 piedi di lunghezza.
Il poeta Robert Browning visse dal 1862 al 1867 nelle vicinanze di Warwick Crescent, per questo motivo il lago divenne noto come la piscina di Browning e la piccola isola divenne l'isola di Browning.
È difficile credere che qualcuno desiderasse costruire la propria casa in questa zona, paragonandola ad oggi sarebbe come costruirla vicino a una ferrovia o a un'autostrada. Tuttavia, quando il canale era stato costruito, la posizione era considerata così attraente che diverse grandi case vennero costruite proprio vicino al lago e sulle vie navigabili.
Divenne nota come "London’s Venice" alla fine del XIX secolo e gradualmente il nome è cambiato in "Little Venice" ed è entrato in uso comune. Si ritiene che l'idea del nome «Piccola Venezia» sia legato alla zona ad Clerkenwell dove la comunità italiana venne chiamata "Little Italy".
In una giornata di sole in estate è davvero un posto affascinante da visitare o semplicemente per prendere una tazza di tè mentre si guarda alcune barche nel canali che passano, un angolo di paradiso degno della nascita di un re.
Tante, troppe inesattezze in questo articoletto!
Ho appena appreso (fonte: Corriere della Sera) che alcuni scienziati europei stanno discutendo circa la sicurezza ambientale delle centrali nucleari a fissione. Uno dei nodi da sciogliere per accedere eventualmente ai finanziamenti europei è l'analisi di costi/benefici, estesa all'intero ciclo di vita delle centrali, incluso il loro smantellamento ed il deposito delle scorie.
Inoltre dovrebbero dirci da quali Paesi esteri verrebbe importato il materiale fissile.
Renato Perago
È veramente incredibile questa storia che guarda caso esce fuori solo dopo la morte di Califano che non può più essere qui a dare la sua versione dei fatti. Tra gli autori risultano in quattro,compreso Califano, che tra l'altro incise anche una sua versione al maschile. La stessa Mia Martini disse che il testo,non un rigo, fu riscritto da Califano. Trovo veramente poco signorile, oserei dire non in linea con la grandezza della poesia che si esprime in questo straordinario pezzo, il voler disconoscere i meriti artistici di Califano, il voler stilare percentuali tra gli autori, tra chi ha scritto un rigo chi due e chi tre.