La prima fotografia della storia

La prima fotografia nella storia fu scattata nel 1826 daJoseph Nicéphore Niépce.
Niépce maturò il proposito di eseguire immagini per la stampa litografica senza l'intervento di un disegnatore.
Per imprimere le immagini della camera oscura su una lastra da incisore ebbe l'idea di impiegare il bitume di giudea, sostanza costituita da bitume, standolio, argilla ed essenza di trementina in grado di fronteggiare l'azione dell'acido ove non fosse richiesta.
Niépce, dunque, cospargeva le lastre destinate a essere incise con l'acido con un sottile strato di bitume e le collocava sul fondo della camera oscura.
Questo prodotto rendeva le lastre estremamente fotosensibili, a tal punto che - dopo un'esposizione di diverse ore - le parti esposte alla luce si scolorivano e si indurivano, mentre le regioni scure del supporto non subivano alterazioni.
La lamina veniva dunque disciolta in essenza di lavanda, così da rimuovere il bitume in eccesso, e cosparsa di inchiostro, che si depositava nelle zone scure, quelle interessate dall'acido. Terminato questo procedimento, appariva l'immagine fotografica vera e propria.
Questo procedimento, battezzato dal Niépce «eliografia», conobbe in seguito numerosi perfezionamenti e portò nel 1827 allo sviluppo della prima ripresa fotografica della storia, Veduta dalla finestra a Le Gras.
A essere ritratto era, per l'appunto, il panorama visibile dallo studio del fotografo, con vari tetti e fabbricati edilizi. La qualità dell'immagine, riprodotta ovviamente in bianco e nero, è molto povera, ed è compromessa dai contorni poco nitidi e dall'inadeguatezza della messa a fuoco. Fu, in ogni caso, di un'opera rivoluzionaria, trattandosi della prima immagine prodotta senza l'intervento dell'uomo.
Tante, troppe inesattezze in questo articoletto!
Ho appena appreso (fonte: Corriere della Sera) che alcuni scienziati europei stanno discutendo circa la sicurezza ambientale delle centrali nucleari a fissione. Uno dei nodi da sciogliere per accedere eventualmente ai finanziamenti europei è l'analisi di costi/benefici, estesa all'intero ciclo di vita delle centrali, incluso il loro smantellamento ed il deposito delle scorie.
Inoltre dovrebbero dirci da quali Paesi esteri verrebbe importato il materiale fissile.
Renato Perago
È veramente incredibile questa storia che guarda caso esce fuori solo dopo la morte di Califano che non può più essere qui a dare la sua versione dei fatti. Tra gli autori risultano in quattro,compreso Califano, che tra l'altro incise anche una sua versione al maschile. La stessa Mia Martini disse che il testo,non un rigo, fu riscritto da Califano. Trovo veramente poco signorile, oserei dire non in linea con la grandezza della poesia che si esprime in questo straordinario pezzo, il voler disconoscere i meriti artistici di Califano, il voler stilare percentuali tra gli autori, tra chi ha scritto un rigo chi due e chi tre.