Primo Levi: Gulag vs Campi Sterminio

Nel gennaio 1987 in Germania, quattro mesi prima della sua morte, era scoppiata la polemica sul revisionismo storico. Alcuni storici tedeschi, in particolare Ernst Nolte nel libro La guerra civile europea, 1917-1945.
Nazionalsocialismo e bolscevismo, interpretavano il nazismo come una reazione al comunismo russo, e indicavano nei gulag sovietici l’ispirazione diretta dei campi di sterminio nazisti.
Primo Levi era intervenuto con un articolo sulla Stampa, Buco nero ad Auschwitz: «Gli scopi dei due inferni non erano gli stessi», scrisse. «Il primo era un massacro fra uguali; non si basava su un primato razziale, non divideva l’umanità in superuomini e in sottouomini: il secondo si fondava su un’ideologia impregnata di razzismo».
Nei gulag la morte era «un sottoprodotto», nei campi di sterminio lo scopo.
I campi nazisti, scrive Primo Levi, «non erano una imitazione “asiatica”, erano bene europee. Il gas veniva prodotto da illustri fabbriche chimiche tedesche, a fabbriche tedesche andavano i capelli delle donne massacrate. Alle banche tedesche l’oro dei denti estratti dai cadaveri. Tutto questo è specificamente tedesco, e nessun tedesco lo dovrebbe dimenticare».
Primo Levi morì intorno alle 11.25 della mattina di sabato 11 aprile 1987. Aveva sessantasette anni.
Fu trovato esanime alla base della tromba delle scale della propria casa di Torino in corso Re Umberto 75, rimane il dubbio se la caduta sia dovuta a cause accidentali o se sia stato un suicidio.
Ho appena appreso (fonte: Corriere della Sera) che alcuni scienziati europei stanno discutendo circa la sicurezza ambientale delle centrali nucleari a fissione. Uno dei nodi da sciogliere per accedere eventualmente ai finanziamenti europei è l'analisi di costi/benefici, estesa all'intero ciclo di vita delle centrali, incluso il loro smantellamento ed il deposito delle scorie.
Inoltre dovrebbero dirci da quali Paesi esteri verrebbe importato il materiale fissile.
Renato Perago
È veramente incredibile questa storia che guarda caso esce fuori solo dopo la morte di Califano che non può più essere qui a dare la sua versione dei fatti. Tra gli autori risultano in quattro,compreso Califano, che tra l'altro incise anche una sua versione al maschile. La stessa Mia Martini disse che il testo,non un rigo, fu riscritto da Califano. Trovo veramente poco signorile, oserei dire non in linea con la grandezza della poesia che si esprime in questo straordinario pezzo, il voler disconoscere i meriti artistici di Califano, il voler stilare percentuali tra gli autori, tra chi ha scritto un rigo chi due e chi tre.
Conoscevo da tempo Universo25 e Calhoun, di cui ho letto l'originale.
Ovunque sembra si sia per scontata una nozione cruciale... Che cos'è, in dettaglio, un ruolo sociale?
A.V.