100 libri da leggere nella vita: Il nome della rosa

100 libri da leggere nella vita: Il nome della rosa
Il titolo provvisorio del libro, durante la stesura, era L'abbazia del delitto. Successivamente Eco valutò anche il titolo Adso da Melk, ma poi considerò che nella letteratura italiana — a differenza di quella inglese — i libri aventi per titolo il nome del protagonista non hanno mai avuto fortuna è si decise per "Il nome della rosa" perché a chiunque chiedesse, "diceva che Il nome della rosa era il più bello".
La scelta del titolo richiama inoltre il motto nominalista tratto dal De contemptu mundi di Bernardo Cluniacense, che chiude il romanzo: "Stat rosa pristina nomine, nomina nuda tenemus" ("La rosa primigenia [ormai] esiste [soltanto] in quanto nome: noi possediamo nudi nomi").
Il titolo inoltre rimanda implicitamente ad alcuni dei temi centrali dell'opera: la frase "Stat rosa pristina nomine, nomina nuda tenemus" ricorda anche il fatto che di tutte le cose alla fine non resta che un puro nome, un segno, un ricordo.
L'opera, ambientata sul finire dell'anno 1327, si presenta con un classico espediente letterario, quello del manoscritto ritrovato, opera, in questo caso, di un monaco di nome Adso da Melk, che, divenuto ormai anziano, decide di mettere su carta i fatti notevoli vissuti da novizio, molti decenni addietro, in compagnia del proprio maestro Guglielmo da Baskerville. La vicenda si svolge all'interno di un monastero benedettino dell'Italia Settentrionale, ed è suddivisa in sette giornate, scandite dai ritmi della vita monastica.
Mi sarebbe piaciuto vederlo... sono nata a Luzzara nel 1947 e il mio primo ricordo è l'alluvione del 1951.
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Il più grande assassino e genocida della storia.Hitler al confronto distribuiva cioccolatini nei campi di sterminio.
Orribile !!!
Va ricordato che con questa spietata e criminale operazione, finalizzata al nutrimento degli addetti alla trasformazione della Russia da area ad economia agricola ad Area ad economia industriale. La Russia, sotto il dominio degli zar era rimasta indietro di centinaia di anni.
I nefasti effetti dell’immobilismo per la conservazione del potere e la corruzione spiegano senza ovviamente minimamente giustificare questi orrori.
Prima o poi la storia presenta il conto.
Purtroppo però spesso lo pagano le vittime.
In questo caso donne, bambini, vecchi.
Gli uomini erano stati deportati nelle aree dove si lavorava, naturalmente erano lavori forzati.
Bella coppietta Stalin e Hitler, ognuno con le sue buone azioni.
Bah, meglio non pensarci troppo.